Abbiamo varie provenienze, esperienze, professionalità, età diverse. Siamo tutti animati da un unico obiettivo: cominciare a lavorare da subito per il dopo Covid-19. Raccogliamo idee e proposte da chiunque vengano per metterle a disposizione di chiunque voglia utilizzarle.

Noel Angrisani
Nessun confine e nessun orario, niente spazi e niente pause. Anche in quell’angolo, silenzioso, dove potevi riparti, non sei più al sicuro. Da smart si è tramutato fullworking. Il telefonino da migliore alleato è diventato una zavorra. Con le videochiamate sei spesso reperibile, ma non sempre presentabile. Sono le 9, sta squillando di nuovo ed io non so cosa mettermi.

Adna Botticelli Borgia
Suona la sveglia, attimo di panico: è più tardi del solito. Sospiro di sollievo, non devo correre alla stazione. Posso sorseggiare il caffè e preparare pancakes anche se non è sabato. Indosso felpe che non utilizzavo da secoli, un filo di trucco, provo a sistemare i capelli. Ecco, prima call della giornata. Organizzo il programma di lavoro, oggi senza pause perché alle sei devo allenarmi in diretta streaming. Smartworking, gestione del tempo ed autonomia…io non aspettavo altro.

Matteo Cecconi
Dormi di meno, perché pensi a cosa puoi inventarti da proporre ai clienti per affrontare il “nuovo mondo”, scrivi mail e messaggi senza orari (almeno adesso hai una scusa per non essere scortese), leggi di tutto ma spesso non basta. E allora esci all’aperto, giusto l’essenziale, per vedere la città.

Rossella D’Alessandro
Non ho fatto in tempo neanche a stilare la lista dei buoni propositi per il 2020. Comunicazione prima, durante e dopo il coronavirus. Nel pieno della crisi mondiale più inaspettata del secolo, in bilico tra il Paese che ho avuto e quello che sto sognando per il giorno dopo.

Gaia De Scalzi
Ho lavorato fino al nono mese di gravidanza per godermi la maternità. Ma forse così è troppo… Tre gatti, un marito, un figlio nato a gennaio e senza aiuti da troppo tempo. Arriva la sera ed è già mattina. Per fortuna non hanno bandito il vino e le belle giornate che passo in terrazzo (a spazzare le foglie secche). E nel tempo libero…scrivo!

Claudia Dionisi
Dal pigiama alla tuta, dalla tuta al pigiama: questo il motto dei primi giorni. Ora mi vesto, mi trucco (poco!) e prendo caffè da remoto. Dulcis in fundo, ho stretto amicizia con il tapis roulant. A me questo smart working piace assai!

Luca Grieco
Leggo di Comunicazione spesso e volentieri. E questo è il posto giusto. Nel frattempo, collaboro con questo team per creare qualcosa che ci faccia uscire dalle nostre echo chamber.

Carlo Minopoli
Ho 25 anni, una tesi da scrivere, degli esami da fare, della musica da suonare e da ascoltare. Che lavoro farò un domani? Ho scritto bene quell’articolo? Dovrei tagliarmi i capelli? Ho decisamente tante cose a cui pensare, e forse, questa quarantena non è poi così male!

Carlo Pedata
Sei libero di fare la spesa! Poi con la fila che trovi al supermercato hai diritto anche a due ore d’aria.

Francesca Pucci
Uno spiraglio di luce nello studio, il telefono che squilla, mi alzo di corsa, inciampo, Marlon tra i piedi, la tazzina di caffè rovesciata sul tappeto, disastro. Impreco, afferro il cellulare, respiro, rispondo. 5 secondi di apnea, che sono la metafora di questi giorni. Un anno a twittare di smartworking e ci piombi dentro che neanche tu eri pronta.

Flavia Stefanelli
Sveglia, colazione, pranzo, cena, letto e di nuovo sveglia! Per fortuna che c’è lo smart working dico io. Altrimenti le giornate sarebbero infinite. E così tra una call e un tweet, la sera posso rilassarmi davanti ad un buon rosso, soddisfatta della giornata di lavoro appena trascorsa.

Claudio Velardi
Mai lavorato tanto.

Elania Zito
Cinque caselle di posta, una newsletter, i vlog, la didattica a distanza, le dirette su Instagram per parlare di Europa: ho fatto più cose in questo smartworking da quarantena che nella mia vita precedente. Ma che fine hanno fatto i sabato e le domeniche?